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Relazione fra quantità di compressione toracica ed esiti di arresto cardiaco


Le lineeguida per la rianimazione cardiopolmonare consigliano una quantità di compressione del torace di almeno 100 compressioni al minuto.
Studi su animali e umani hanno riportato che il flusso di sangue è maggiore con 120 compressioni al minuto, ma pochi hanno riportato dati sulla quantità di compressioni utilizzate durante la rianimazione cardiopolmonare svolta fuori dall’ospedale o sul rapporto tra quantità di compressione del torace ed esiti.

Uno studio ha descritto la quantità di compressione toracica utilizzata dai medici di emergenza per rianimare i pazienti con arresto cardiaco in ambiente extra-ospedaliero.

Sono stati inclusi pazienti di età maggiore o uguale a 20 anni con arresto cardiaco fuori dall’ospedale trattato da medici di emergenza del Resuscitation Outcomes Consortium.

Nel periodo 2005-2007, 3.098 pazienti con arresto cardiaco verificatosi fuori dall’ospedale sono stati inclusi in questo studio.
L'età media era di 67 anni e l’8.6% è sopravvissuto alla dimissione ospedaliera.
In media sono state effettuate 112 compressioni al minuto.

È stata rilevata una associazione curvilinea fra quantità di compressioni del torace e ritorno della circolazione spontanea dopo aggiustamento multivariato ( P=0.012 ).
Il ritorno della circolazione spontanea ha raggiunto il picco a circa 125 compressioni al minuto per poi scendere.

La quantità di compressioni del torace non è risultata significativamente associata con la sopravvivenza alla dimissione ospedaliera.

In conclusione, la quantità compressioni del torace era associata con il ritorno della circolazione spontanea, ma non con la sopravvivenza alla dimissione ospedaliera nell’arresto cardiaco extra-ospedaliero. ( Xagena2012 )

Idris AH et al, Circulation 2012; 125-3004-3012

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